Numerosi indizi sembrano indicare un movimento accelerato dei poli magnetici del nostro pianeta. Ma un’inversione dei poli è davvero possibile?
I poli magnetici nord e sud del pianeta Terra si invertiranno presto? Nella storia del pianeta il fenomeno esiste. Forse non tutti lo immaginano, ma l’ultima inversione risale a 780.000 anni fa. Queste fluttuazioni derivano direttamente dall’attività mutevole del nucleo. Una recente anomalia del campo magnetico terrestre, situato nell’Atlantico meridionale, attira da diversi anni l’attenzione degli scienziati: in quest’area il campo si sta indebolendo, il che potrebbe far pensare ad un’imminente inversione di rotta entro pochi decenni.
Un’ipotesi supportata anche dal movimento del Polo Nord magnetico, il cui movimento sta accelerando. Il campo magnetico terrestre agisce come uno scudo: la sua presenza è per noi fondamentale. L’inversione potrebbe causare un periodo intermedio abbastanza caotico (ma non ingestibile) per le comunicazioni e i sistemi di navigazione: le particelle provenienti dal Sole, specialmente nei brillamenti, degraderebbero i satelliti.
Le conseguenze più ampie di un’eventuale inversione dei poli magnetici terrestri sono difficili da prevedere, in particolare perché è difficile studiare l’impatto delle inversioni del passato. Dobbiamo però preoccuparci? Mentre gli studi che mettono in dubbio il potenziale dell’inversione dei poli magnetici stanno aumentando, un nuovo lavoro pubblicato il 6 giugno 2022 lo contraddice. Gli autori hanno raccolto dati provenienti da “capsule del tempo” provenienti da scoperte archeologiche, vale a dire oggetti e residui la cui composizione fornisce preziose informazioni sullo stato del pianeta nel passato.
Da lì, hanno mappato tutti i cambiamenti conosciuti nel campo magnetico terrestre negli ultimi 9.000 anni, e hanno concluso che un’anomalia come quella nell’Atlantico meridionale rimane relativamente ricorrente. Sulla base delle somiglianze con le anomalie del passato, gli studiosi prevedono che l’attuale anomalia del Sud Atlantico è destinata a scomparire nei prossimi 300 anni e che la la Terra si sta dirigendo verso un’inversione di polarità.
Questa modellizzazione potrebbe rivelarsi utile anche per prevedere in modo più dettagliato il futuro del campo magnetico terrestre. In ogni caso, questo studio non chiude definitivamente il dibattito, perché su un argomento così complesso, un nuovo lavoro potrebbe benissimo tenere conto di nuovi parametri o interpretarli diversamente. Ma la solidità di questa mappatura suggerisce ancora che l’inversione dei poli è lungi dall’essere ovvia nel breve termine per il pianeta. Insomma, si può tirare un sospiro di sollievo.
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