Da un po’ di tempo ti senti sempre stanca/o e non sai spiegarti perché? Ecco quale potrebbe essere il motivo.
Molti di noi conoscono bene la sensazione di dover lottare per rimanere svegli, magari davanti a un programma televisivo o un film. Questo tipo di stanchezza è abbastanza comune, complice lo stress e il logorio della vita quotidiana. Tuttavia, l’affaticamento estremo a volte può significare più di una semplice mancanza di sonno: potrebbe essere un “alert” che qualcosa non va. In questi casi sarebbe opportuno consultare il proprio medico di famiglia.
Le linee guida del Servizio sanitario nazionale confermano che sentirsi stanchi di tanto in tanto è abbastanza normale, ma l’affaticamento costante potrebbe essere un indicatore di un problema di fondo. In realtà, numerosi fattori più o meno evidenti possono scatenare sensazioni di stanchezza e affaticamento. Vediamoli più da vicino.
L’indiziato numero uno è la carenza di sonno o una difficoltà a riposare (insonnia). Ma all’origine di una stanchezza “sospetta” può esserci anche uno stile di vita poco sano (per esempio, una dieta squilibrata o la mancanza di esercizio fisico), lo stress, una forma di depressione, un dolore (il caso tipico è quello di un lutto) o un nuovo improvviso impegno che stravolge gli equilibri di sempre (prendersi cura di un neonato). E ancora: cambiamenti ormonali (come durante la pubertà, la gravidanza o la menopausa), malattie (dalla classica influenza stagionale al Covid) e trattamenti medici particolari (la chemioterapia, nei casi peggiori).
Come accennato, se non riusciamo a spiegarci perché ci sentiamo stanchi e col passare dei giorni o addirittura delle settimane la situazione non migliore, il problema potrebbe essere più grave. In particolare, secondo gli specialisti è il caso di preoccuparci se ci capita di fare i conti con apnee notturne, palpitazioni e pallore insolito (potrebbero indicare un’anemia da carenza di ferro), continua sensazione di sete, frequente bisogno di urinare – soprattutto di notte – e perdita di peso (avvisaglie del diabete), irrequietezza, irritabilità e debolezza muscolare (spie dell’ipertiroidismo).
E se ci troviamo a fare i conti con una stanchezza estrema per almeno tre mesi, così grave da ostacolare le nostre attività quotidiane, insieme a difficoltà di concentrazione, vuoti di memoria, sintomi simil-influenzali, potrebbe trattarsi di encefalomielite mialgica o sindrome da stanchezza cronica: una condizione che può colpire chiunque, compresi i bambini. Guai a sottovalutare il rischio.
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