Una recente normativa emanata dall’INPS ha introdotto un importante cambiamento per i beneficiari dell’Assegno di inclusione, imponendo loro l’obbligo di presentarsi ogni 90 giorni presso i servizi sociali o i patronati per aggiornare la propria situazione.
Questa nuova disposizione, contenuta nel messaggio INPS n. 2132 del 5 giugno 2024, mira a monitorare più da vicino le condizioni e le necessità dei percettori, ma solleva anche interrogativi su chi sia effettivamente tenuto a rispettare tale obbligo.
La normativa riguarda tutti i beneficiari dell’Assegno di inclusione a eccezione di coloro che sono considerati attivabili al lavoro.
Questo significa che una vasta gamma di soggetti, compresi anziani e persone con disabilità, potrebbe essere esentata dall’obbligo. Tuttavia, la definizione precisa dei soggetti obbligati e delle relative esenzioni non è immediatamente chiara dal testo della normativa stessa.
Questa nuova regola INPS sull’Assegno di inclusione segna un punto importante nella gestione delle politiche assistenziali in Italia. La sua efficacia nel migliorare il monitoraggio e l’inclusione sociale dei beneficiari sarà da valutarsi nei prossimi anni attraverso osservazioni dirette sul campo e feedback da parte degli interessati.
Al primo incontro con l’INPS per l’ottenimento dell’Assegno di inclusione, viene richiesto ai beneficiari non solo di presentarsi ma anche di iniziare un percorso personalizzato basato sulle specifiche necessità del nucleo familiare. Successivamente, è richiesto un aggiornamento della propria situazione ogni 90 giorni presso i servizi sociali o gli istituti di patronato.
È importante notare che questo aggiornamento trimestrale non coinvolge tutto il nucleo familiare ma soltanto determinate categorie escluse dalla possibilità lavorativa.
La circolare n. 105/2023 dell’Inps fornisce ulteriori dettagli su chi sia tenuto a rispettare questi obblighi e chi ne sia invece esonerato. Ad esempio, sono previste delle eccezioni per componenti del nucleo familiare con particolari responsabilità genitoriali o condizioni personali come disabilità o età avanzata.
Allo stesso tempo, vengono delineate delle categorie specifiche che pur rientrando nelle condizioni generalmente considerate come esenti (come anzianità o disabilità), possono essere comunque tenute all’obbligo qualora si trovino in situazioni particolari legate alla composizione del nucleo familiare.
L’introduzione di questo obbligo rappresenta una novità significativa rispetto alle precedenti misure assistenziali come il Reddito di cittadinanza e pone nuove sfide sia per i beneficiari che devono adeguarsi alle nuove disposizioni sia per gli enti preposti al controllo e all’erogazione dei servizi correlati all’assegno stesso.
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