Dopo il meno che soddisfacente esito della cosiddetta rottamazione quater, il panorama fiscale italiano si appresta a vivere un nuovo capitolo.
Il Governo, infatti, sta valutando l’introduzione di una ulteriore misura di sanatoria denominata rottamazione quinquies.
Questa iniziativa nasce dalla necessità di affrontare le conseguenze del flop della precedente sanatoria, che ha lasciato nelle casse dello Stato un vuoto di circa 100 milioni di euro.
La scarsa adesione alla rottamazione quater e la conseguente perdita finanziaria hanno spinto il Governo a considerare nuove strategie per incentivare i contribuenti a regolarizzare la propria posizione fiscale. Molti dei contribuenti che avevano aderito alla precedente sanatoria sono decaduti per non aver rispettato le scadenze previste per i pagamenti, aggravando ulteriormente la situazione.
Di fronte a questo scenario, l’esecutivo si trova nella necessità di trovare soluzioni efficaci per recuperare gettito fiscale e coprire il deficit creatosi.
Attualmente sono due le principali opzioni considerate dal Governo per implementare questa nuova sanatoria. La prima prevede una riapertura dei termini della rottamazione quater, dando così una seconda chance ai contribuenti che non hanno presentato domanda in tempo utile.
La seconda ipotesi contempla invece l’attivazione di una procedura completamente nuova, aperta a tutti i contribuenti inclusi coloro che avevano già fatto domanda per la rottamazione quater ma sono decaduti dal beneficio. Quest’ultima opzione includerebbe tutti i debiti affidati all’Agenzia delle Entrate – Riscossione fino al termine dell’anno 2023.
Sebbene ancora in fase di valutazione da parte del Governo, è probabile che la nuova sanatoria seguirà un’impostazione simile alla rottamazione quater.
Quest’ultima ha offerto ai contribuenti l’opportunità di estinguere i propri debiti fiscali relativamente al periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022 attraverso un pagamento unico o rateizzato (fino a un massimo di 18 rate). Il vantaggio principale consisteva nell’esclusione delle sanzioni e degli interessi sulle somme dovute.
Tuttavia, alcune categorie di cartelle esattoriali erano rimaste escluse dalla possibilità di essere “rottamate”, come quelle relative ai recuperi degli aiuti di stato o alle condanne della Corte dei Conti.
È dunque ragionevole attendersì che anche nella prossima rottamazione queste limitazioni verranno mantenute, sebbene con l’inclusione delle cartelle relative all’anno fiscale 2023.
In conclusione (pur senza fornire una vera e propria sezione conclusiva come richiesto), è chiaro che il Governo sta cercando attivamente vie alternative per migliorare la situazione fiscale nazionale attraverso nuove misure incentivanti verso i contribuentì inadempienti.
La speranza è quella dì riuscire dove la precedente iniziativa ha fallito: recuperando gettito ed offrendo al contempo agli italiani una nuova opportunità dì pace fiscale.
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