Una grande novità sta per abbattersi sui procedimenti di divorzio. I giudici avranno un’arma in più per effettuare controlli sul patrimonio: la collaborazione della Guardia di Finanza.
Per la prima volta, nelle cause di divorzio, la Guardia di Finanza – attraverso controlli patrimoniali sulle banche dati riservate – potrà aiutare il Tribunale a risolvere i contrasti che riguardano non solo la divisione dei beni, ma anche gli assegni di mantenimento.
Questa nuova prerogativa rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui vengono gestite le separazioni e le questioni finanziarie a esse collegate.
Occorre precisare che, nei procedimenti di separazione e divorzio, il giudice può già disporre indagini di polizia tributaria, delegando alla Guarda di Finanza la verifica e l’accertamento della complessiva situazione reddituale, patrimoniale e finanziaria del coniuge.
La recente riforma Cartabia ha ulteriormente amplificato queste possibilità, permettendo indagini ancora più approfondite.
Si deve sottolineare che questo tipo d’intervento verrà implementato inizialmente solo presso il Tribunale Milano ma potrebbe presto estendersi ad altre corti italiane segnando così una nuova era nella trasparenza finanziarie della gestione delle crisi matrimoniali.
Divorzio: beni nascosti o non dichiarati
In realtà, la recente riforma Cartabia (d.lgs. n. 149 del 2022) ha modificato sostanzialmente l’approccio alle indagini patrimoniali in caso di divorzio.
Oggi il codice di procedura civile prevede che il giudice possa ordinare l’integrazione della documentazione depositata dalle parti e disporre ordini di esibizione e indagini sui redditi, sui patrimoni e sull’effettivo tenore di vita anche senza richiesta dalle parti.
Questa tipologia di attività investigativa permette una comprensione dettagliata della posizione fiscale del coniuge sottoposto all’indagine.
Le informazioni raccolte possono avere implicazioni sia sul piano civilistico sia dal punto vista tributario. Diventa quindi molto più difficile per un coniuge nascondere beni o sottovalutare il proprio patrimonio al fine ottenere vantaggi economici ingiustificati.
In concreto, ove necessario secondo il tribunale, gli accertamenti condotti dalla Guardia di Finanza si estenderanno a tutte le richieste legate al patrimonio familiare durante i procedimenti legali legati alla separazione o al divorzio. Ciò include anche questioni relative all’affidamento dei minori.
La collaborazione tra l’Autorità Giudiziaria e la Guardia di Finanza rappresenta un passo avanti significativo nella gestione delle separazioni legalmente complesse.
Grazie a questa sinergia sarà possibile garantire una maggiore equità nelle decisioni relative alla distribuzione dei beni.